Tre di Valérie Perrin è un romanzo intenso, sui legami, l’amicizia, l’identità, le scelte. Recensione scritta in una notte estiva con il termostato di casa che segna 29 gradi e qualcosa, nonostante le finestre aperte, nonostante i capelli legati in una crocchia alta, l’afa è una tenaglia. In realtà è un clima perfetto per scrivere di questo libro pubblicato da Edizioni E/O che riporta tra le nostre mani il lavoro di Valérie Perrin, la scrittrice francese diventata un caso editoriale internazionale con Cambiare l’acqua ai fiori.
Un caso vero, spinto dai lettori che lo hanno tenuto in classifica con passione. Era dura tornare e rischiare. Sarebbe stata una scelta più ragionata per una scrittrice così affermata restare sulla scia di quel successo, di quelle note (bellissime) che hanno incantato lettori in mezzo mondo. Invece Perrin torna con una storia completamente diversa, atmosfere altre da quelle che conoscevamo, una costruzione narrativa per niente semplice da scrivere eppure così efficace da leggere.
Siamo nella provincia francese e al centro di questo romanzo ci sono i Tre, amici inseparabili cresciuti come un’edera rampicante l’uno sull’altra. Nina, Etienne, Adrien. Ognuno di loro ha una storia e una famiglia, una condizione diversa da quella dell’altro. Conosciamo la loro amicizia nascere da ragazzini e diventare una formula segreta alle superiori, un patto mai detto di vicinanza e supporto. Il racconto di quel pezzo di vita è drammaticamente vero, dalle canzoni, alle dinamiche, alla gelosia che si provava per quelli speciali, fortunati perché chiusi in un loro mondo che altri sembrava inaccessibile. Viviamo questa storia con un doppio piano temporale, quello degli anni in cui si sono conosciuti fino alla vita adulta, e quello del presente attraverso la voce narrante di Virginie che scopre le pieghe del legame, in un’altalena di emozioni che non ti fanno mai allontanare dal libro anche quando sei altrove.
Non è però un romanzo sulla crescita, non è solo questo. Scopriamo infatti nelle prime battute della storia, attraverso Virginie che torna nella cittadina dove tutti sono cresciuti che un’automobile viene ripescata da un lago. Un episodio che lascia subito un filo di sottile inquietudine. Capiamo che c’è un legame tra quell’automobile e i tre, ma non sappiamo quale. C’è quindi un fremito di giallo, qualcuno ha scritto di thriller, in questo romanzo anche se la definizione forse è asfittica.
La storia di Tre non si dimentica. Lo so che si dice di molti romanzi, ma in questo viaggio di emozioni c’è qualcosa di più rispetto a molto altro che si legge.
Il romanzo è diverso ma la penna e lo sguardo di Valérie Perrin sono gli stessi. Occhi sempre capaci di andare oltre, di entrare e unire i fili anche quelli che non vorremmo vedere.